martedì 25 dicembre 2007

(hack)Artivism in a shopping centre #01 (human.meato.eat)



English abstract #1
(full text in italian follows, we need translation! please help us)


What about have a nice trip in a shopping centre the day before Xmas and make an artivism action in the butcher department? Just for seeing what happened if you replace
supermarket merchandising labels pasted on packages of meat with some others made by your own that describe content of packages as human meat. But it's not enough: it's human meat come from killed men, raped women, slaughtered children and feto too. What we did is a recontextualization of typical language used by media reports and news stories on homicides and bloodsheds. So finally we printed alternative labels to paste on meat packages that sound like newspaper or tabloids headlines and at the same time preserve the semblance of food stickers. And one of the most important thing is that we made this action in a nonplace, a space where texts and words describe its rules of usage and behaviour. So we direclty manipulated the semantic sphere of meaning concerning this field, and we create a story, that is something completely new and whose main purpose is to undermine our structures of everyday life. We are sorry for low quality images and video...but you should take inspiration from us and do something better always in a nonplace, making the network grow !


>(for english translation of labels run to the end of page; the same for video stuff)<



Concept? (Italian version)

Tutto accade nella negazione della memoria, laddove quest'azione non resterà affatto, risucchiata dalla mancanza di identità\relazione\storia tipica di un nonluogo, destinata a vivere e diffondersi nello spazio elettrico, suprema astrazione capace di tradurre i luoghi in spazi e gli spazi in luoghi.


Il percorso. L'itinerario. Sono quelli testimoniati dal video (raw material allo stato puro) guida rapida all'erosione del senso, tra scaffali e reparti che non impongono al luogo un'ingiuzione venuta dall'altro (una storia...) ma permettono comode deviazioni dai nomi, ottenendo così "sensi (o direzioni) fino a quel momento imprevedibili". Avviene dunque il passaggio. Nasce e si riverbera (grazie al cambiamento introdotto nell'ambiente) la dissonanza cognitiva, conseguenza prima (e non ultima) dell'hacking sulla mediazione che stabilisce un legame degli individui con il nonluogo: la parola, ovvero i testi.
Così il nonluogo ottiene la sua definizione attraverso l'universo linguistico che esso stesso dispiega, con la sua grammatica e la sua sintassi fatte di prescrizioni e modalità d'uso, fragili cornici di senso che mettono radice nel tentativo degli uomini di rappresentazione\costruzione della loro vita quotidiana. Ed ecco quindi la condizione propizia alla creazione (solo apparentemente ex novo ma in realtà congenita alle superfici non simbolizzate) di una serie di pluriversi semantici e interattivi, capaci di ridefinire in maniera del tutto effimera ed estemporanea una situazione precedentemente codificata.

La manipolazione, il mashup semantico, concettuale, persino culturale (mashup non è solo prerogativa del web 2.0) mettendo in crisi la stabilità minima, si fanno portatori di un'alterazione sia delle "immagini" che dell'immaginazione stessa, entrambe evocate e problematizzate nel relativo contesto. Questo ad esempio accade se avventurandosi al di fuori dell' "essere una persona normale"ci si dedica (anche solo per qualche istante) alla produzione di storie, infrangendo il senso comune del "non succede niente", destrutturando il copione e ri-collocando gli attori sul palcoscenico della sceneggiatura invisibile.
Può verificarsi come nel nostro caso: un bancofrigo; buste trasparenti di plastica per alimenti; all'interno carne di agnello fatta a pezzi; solo un talloncino, una trascurabile contingenza, un'etichetta che ci (r)assicura: "Agnello intero", "1\2 Agnello". Distrattamente ci si avvicina al banco, si esamina rapidamente il contenuto, si sbircia noncuranti l'etichetta, si prende o si lascia lì, senza troppi indugi. Come recita anche il cartello sopra le nostre teste, si tratta di carne animale, in gran quantità e per di più in offerta speciale. La prima impressione avuta da noi però riflette sull'anonimità e sulla conseguente ambiguità di quelle buste grossolanamente confezionate; subito dopo arriva l'intuizione: una descrizione (di quelle iperrealistiche fatte dai media) perfettamente calzante con quella di un efferato omicidio\strage\carneficina (magari a sfondo familiare) era proprio lì davanti ai nostri occhi. E a conti fatti avevamo di fronte carne umana. Vittima di violenza presumibilmente reiterata, di scarnificazioni, sgozzamenti, macellazioni...ed infine mercificata, pronta ad essere consumata e poi digerita. Digerita come le notizie di cronaca nera su cui speculano gli old media, caricate a regola d'arte e spettacolarizzate...
Ma senza forzare la mano, la nostra non è una protesta, non è un'accusa metaforica di cannibalismo sociale, non deve sensibilizzare un'opinione pubblica, non deve scagliarsi contro niente e nessuno: abbiam
o solo effettuato il passaggio verso una dimensione critica, attiva, e da ultimo creativa all'interno di un nonluogo.

Ciò che restava da fare consisteva molto più semplicemente nel decontestualizzare il linguaggio tipico del giornalismo di cronaca nera (è bastato leggere una breve selezione di articoli anche se uno zapping pomeridiano avrebbe
ugualmente dato lo stesso esito) e traslare quest'ultimo sull'identificativo testuale di ognuna di quelle buste. Dopodichè ricombinare a piacimento parole e significati dei due ambiti semantici e originarne di nuovi, soprattutto a livello di immagini (immaginativo). Condurre quindi un'azione di hacking non invasiva ma sotterranea, invisibile alla maggior parte di coloro che transitano nel centro commerciale, ma decisiva per quanto riguarda la sua interazione con i singoli individui e le singole sfere personali che la intercettano (e da cui trae alimento e giustificazione). Reazioni e 'definizioni di situazioni' da parte del "pubblico" poco fedelmente riportate dal materiale audiovisivo (a causa dei mezzi di fortuna e della non-premeditatezza dell'azione) che in realtà qui è solo un'ombra di tutta la vicenda. Ed è anche per questo motivo che rivolgiamo l'invito al network di innestare sulla nostra esperienza una nuova (o anche la medesima) proposta di hacking sempre in un nonluogo tipico della nostra epoca, sempre da documentare e da ultimo far si che questa entri in circolo attraverso la rete.

English translation of alternative labels made and pasted on food packages (with meat inside) by us:

1- Young woman raped and cut to pieces
2- child's corpse 1\2. massacred after sexual assault
3- man's corpse slices. deboned.
4- meat pie carnage. child's brain, kidneys,
pancreas. slaughtered while still alive.
5- 1\2 dead man working. smoked. 6 dec. 2007->more
6- feto selected x5. fourth month of pregnancy. dec.2007 (this photo is not displayed)


video: